Quando percorriamo i corridoi del supermercato alla ricerca del ketchup perfetto, le nostre scelte vengono spesso influenzate da etichette accattivanti che promettono prodotti “naturali” o “senza zuccheri aggiunti”. Ma dietro questi claim apparentemente rassicuranti si nasconde una realtà ben più complessa che ogni consumatore dovrebbe conoscere per fare acquisti davvero consapevoli.
La strategia del marketing alimentare: quando le parole ingannano
L’industria alimentare ha sviluppato nel tempo una comunicazione sempre più sofisticata, capace di sfruttare le crescenti preoccupazioni dei consumatori per la salute. Nel settore delle salse da condimento, in particolare, assistiamo a un fenomeno preoccupante: l’utilizzo di claim pubblicitari che tecnicamente rispettano la normativa ma che nella sostanza possono fuorviare l’acquirente medio.
Il problema principale risiede nell’interpretazione che diamo a certe espressioni. Quando leggiamo “senza zuccheri aggiunti” su una confezione, istintivamente pensiamo a un prodotto meno dolce e più salutare. La realtà è spesso diversa.
Dolcificanti alternativi: la dolcezza nascosta
Un ketchup può legalmente riportare la dicitura “senza zuccheri aggiunti” pur mantenendo un sapore intensamente dolce grazie all’utilizzo di dolcificanti artificiali o naturali come l’aspartame, la stevia, l’eritritolo o il sucralosio. Questi ingredienti, pur non essendo tecnicamente “zucchero”, mantengono quella caratteristica nota dolce che i consumatori si aspettano dal prodotto.
La questione diventa ancora più complessa quando consideriamo che alcuni di questi dolcificanti possono avere effetti sul nostro organismo non sempre desiderabili, specialmente se consumati in quantità elevate o da soggetti sensibili.
I concentrati di frutta: zucchero mascherato
Un’altra strategia comune prevede l’utilizzo di concentrati di succo di frutta o paste di datteri per addolcire il prodotto. Dal punto di vista legale, questi ingredienti permettono di evitare la dicitura “zuccheri aggiunti”, ma dal punto di vista nutrizionale forniscono lo stesso apporto calorico e gli stessi effetti metabolici del comune saccarosio.
Il mito della naturalità: quando naturale non significa migliore
Parallelamente al fenomeno degli zuccheri nascosti, troviamo l’abuso del termine “naturale” sulle etichette. Questo aggettivo non ha una definizione giuridica precisa nell’ambito alimentare europeo, lasciando ampio margine di interpretazione ai produttori.
Un ketchup può definirsi “naturale” anche contenendo:
- Conservanti di origine naturale ma comunque processati industrialmente
- Aromi naturali ottenuti attraverso complessi processi di estrazione
- Addensanti e stabilizzanti di derivazione vegetale ma altamente raffinati
- Acidificanti naturali utilizzati per prolungare la shelf-life
Come decifrare realmente un’etichetta
Per non cadere nelle trappole del marketing alimentare, è fondamentale sviluppare una lettura critica dell’etichetta che vada oltre i claim pubblicitari presenti sulla parte frontale della confezione.
L’ordine degli ingredienti racconta la verità
Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di quantità. Se tra i primi quattro ingredienti troviamo dolcificanti, concentrati di frutta o sciroppi vari, il prodotto manterrà un profilo gustativo decisamente dolce, indipendentemente dai claim presenti sulla confezione.
Riconoscere i nomi tecnici
Molti dolcificanti e additivi si nascondono dietro denominazioni tecniche poco familiari al consumatore medio. Termini come “maltodestrine”, “sciroppo di riso”, “succo d’uva concentrato” o “estratto di stevia” indicano tutti la presenza di sostanze dolcificanti che contribuiscono al sapore finale del prodotto.
L’impatto sulla salute: oltre le apparenze
La questione non è meramente estetica o commerciale. Chi sceglie un ketchup “senza zuccheri aggiunti” spesso lo fa per motivi di salute: controllo del peso, diabete, o semplicemente per ridurre l’apporto di zuccheri semplici nella dieta.
Se il prodotto mantiene lo stesso impatto glicemico o lo stesso potere calorico attraverso dolcificanti alternativi, l’obiettivo salutistico del consumatore viene sostanzialmente vanificato, creando una falsa percezione di scelta salutare.
Strumenti di difesa per il consumatore moderno
Fortunatamente, esistono strategie concrete per orientarsi meglio negli acquisti. Prima di tutto, è utile confrontare le tabelle nutrizionali di prodotti simili: un ketchup realmente meno dolce mostrerà valori inferiori nella riga “di cui zuccheri”, indipendentemente dalla loro origine.
Inoltre, vale la pena sperimentare prodotti con liste ingredienti più brevi e comprensibili, dove la presenza di pomodoro, aceto e spezie naturali predomina rispetto a dolcificanti e additivi vari.
La consapevolezza rimane il nostro strumento più potente. Ogni volta che un claim sembra troppo bello per essere vero, probabilmente nasconde una verità più complessa che merita di essere approfondita attraverso una lettura attenta dell’etichetta completa.
Indice dei contenuti