Supermercati e pubblicità ingannevole: come ti stanno manipolando con 3 semplici parole

Quando percorriamo i corridoi del supermercato con i nostri bambini, spesso ci troviamo di fronte a confezioni colorate e accattivanti che promettono bontà e salute. Le brioche confezionate, in particolare, sembrano aver trovato la formula magica per conquistare la fiducia dei genitori attraverso messaggi pubblicitari apparentemente rassicuranti che nascondono una realtà ben diversa.

Il potere seduttivo delle parole sulla confezione

Le aziende alimentari hanno sviluppato una vera e propria strategia comunicativa basata su claim nutrizionali selettivi che enfatizzano solo gli aspetti positivi del prodotto. Frasi come “arricchito con vitamine”, “fonte di calcio” o “con farina integrale” catturano immediatamente l’attenzione del consumatore, creando un alone di salubrità che spesso non corrisponde alla realtà nutrizionale complessiva del prodotto.

Questo fenomeno, noto come “health halo effect”, porta i consumatori a sovrastimare i benefici nutrizionali di un alimento basandosi esclusivamente su informazioni parziali. Una brioche può effettivamente contenere latte o cereali integrali, ma questi ingredienti rappresentano spesso una percentuale minima rispetto alla composizione totale.

Cosa si nasconde dietro i claim più comuni

Il miraggio del “ricco di latte”

Quando leggiamo “ricco di latte” su una confezione di brioche, la nostra mente associa automaticamente il prodotto ai benefici nutrizionali del latte fresco. Tuttavia, la percentuale di latte presente è spesso irrisoria, e quello utilizzato è frequentemente latte in polvere o suoi derivati, che non mantengono le stesse proprietà nutritive del latte fresco.

Inoltre, anche se il contenuto di latte fosse significativo, questo non compensa l’elevata presenza di zuccheri aggiunti, grassi saturi e additivi conservanti che caratterizzano questi prodotti industriali.

L’inganno dei “cereali integrali”

La menzione dei cereali integrali rappresenta un altro espediente marketing particolarmente efficace. Molti prodotti contengono effettivamente una percentuale di farina integrale, ma questa è spesso minoritaria rispetto alla farina bianca raffinata. La legge italiana permette di utilizzare il claim “con cereali integrali” anche quando questi rappresentano solo il 10% della composizione cerealicola totale.

Questo significa che una brioche “ai cereali integrali” può contenere il 90% di farina bianca raffinata, vanificando completamente i presunti benefici nutrizionali pubblicizzati.

Le conseguenze sui comportamenti d’acquisto

Questi claim ingannevoli hanno un impatto diretto sulle scelte alimentari delle famiglie. I genitori, convinti di fare una scelta salutare per i propri figli, acquistano prodotti che in realtà contribuiscono all’aumento del consumo di zuccheri semplici e grassi saturi nella dieta infantile.

Il risultato è paradossale: mentre cresce la consapevolezza sull’importanza di una corretta alimentazione, aumenta contemporaneamente il consumo di prodotti ultra-processati mascherati da alimenti “salutari”.

Come difendersi: strategie pratiche per il consumatore

Leggere oltre la comunicazione di facciata

La tabella nutrizionale rappresenta l’unica fonte affidabile per valutare la qualità di un prodotto. Concentratevi su:

  • Contenuto di zuccheri: superiore a 15g per 100g indica un prodotto ad alto contenuto di zuccheri
  • Grassi saturi: dovrebbero rappresentare meno del 10% dell’apporto calorico giornaliero
  • Lunghezza della lista ingredienti: più è lunga, più il prodotto è processato
  • Posizione degli ingredienti: sono elencati in ordine decrescente di quantità

Decodificare il linguaggio del marketing alimentare

Imparate a riconoscere le espressioni ambigue che non hanno valore nutrizionale reale. Termini come “naturale”, “tradizionale” o “come fatto in casa” non sono regolamentati e possono essere utilizzati liberamente dalle aziende senza alcun controllo sulla veridicità.

Particolare attenzione meritano i prodotti che enfatizzano la presenza di un singolo ingrediente benefico, ignorando completamente il profilo nutrizionale complessivo del prodotto.

L’importanza dell’educazione alimentare

La battaglia contro i claim ingannevoli si vince principalmente attraverso l’educazione e la consapevolezza. È fondamentale sviluppare un approccio critico verso la comunicazione alimentare, insegnando anche ai più giovani a distinguere tra informazioni nutrizionali concrete e strategie di marketing.

Solo attraverso una maggiore consapevolezza possiamo trasformare i nostri acquisti in scelte realmente informate, proteggendo la salute delle nostre famiglie e premiando le aziende che scelgono la trasparenza rispetto alla manipolazione comunicativa.

Cosa ti fa comprare brioche confezionate per bambini?
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Confezioni colorate accattivanti
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Non le compro mai

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